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Gruppo Sportivo Tebaldi
 

Tour de Benaco

Prima uscita sociale del Gruppo Sportivo Tebaidi 2006, come da programma, ci ritroviamo alle 8 a Bardolino per il previsto giro del lago, per l’occasione si sono aggregati al gruppo, anche gli amici di alcuni di noi, un pallido sole, è da poco apparso all’orizzonte, la temperatura, di poco sopra agli 8 gradi promette di alzarsi. Scaricate le specialissime dalle auto, fervono i preparativi per la partenza. Abbigliamenti invernali, primaverili, e qualcuno anche più scoperto, che ottimisti! Ecco che iniziano le sorprese, le scarpe di uno di noi, non né hanno voluto sapere di salire in macchina e sono rimaste a Verona.Telefonatad’emergenza a casa e viaggio lampo dell’ammiraglia per provvedere alla fornitura. Come si sa, il gruppo non aspetta e per il povero smemorato, il tour è all’inseguimento, che avrà successo solamente grazie all’intervento del carro scopa in prossimità della prevista tappa di Campione ( che sia solamente un caso?). Il gruppo invece, dopo breve appello, partito regolarmente e giustamente all’orario prestabilito procede ad andatura costante, purtroppo il pallido sole che illuminava il lago al primo mattino, decide di prendersi un giorno di pausa e scompare dietro ad un velo grigio di nuvole, in compenso inizia ad alzarsi una leggera e frizzante brezza, sicuramente oggi non soffriremo il caldo. Dopo Desenzano, causa problemi di vescica, prima breve sosta, per alleggerire la pressione idrica. Si sfrutta la pausa per degustare alcune barrette, si riparte ed una coppia di solerti rappresentati dell’ordine c’invita, giustamente a procedere in fila indiana, pensa se gli indiani si fossero inventati di marciare fronte 6 che casino avrebbero combinato.

L’andatura, causa traffico procede un po’ ad elastico, qualcuno si lamenta, fa parte del gioco arriviamo alla discesa di Salò in fondo alla quale ci fermiamo per ricompattare le fila, stiamo tutti bene, e riusciamo a tenere unito il gruppo. I paesi della riva bresciana sono veramente belli, peccato che la velata foschia che ricopre il lago non permette di ammirare la magnifica vista del Baldo innevato che si rispecchia nell’acqua, forse è meglio, non avere distrazioni, si rimane concentrati sulla ruota di chi ci precede, non tutti hanno dimestichezza a rimanere in gruppo ed un po’di cautela non guasta, che bravi i professionisti, rimangono centinaia di chilometri ad 1 cm dalla ruota del compagno senza mai bruschi cambi di direzione o rallentamenti improvvisi.

Senza quasi accorgersene siamo arrivati in prossimità della prima galleria, e a causa di un’incomprensione tra noi ed ad una leggera salita, il gruppo si allunga ed affrontiamo il primo pezzo di galleria al buio e scaglionati, si accendono alcuni led, che fanno da riferimento visivo a quelli che seguono, il buio è quasi totale, s’intuisce dove si mettono le ruote, per fortuna il primo pezzo è relativamente breve, ed in uno spiazzo all’aperto ci aspettiamo e decidiamo di far proseguire davanti al gruppo il furgone in modo da fare luce ed evitare che le auto ci sorpassino causando pericolo. Gli automobilisti c’informano in modo anomalo che la manovra non è di loro gradimento, ma poco importa, l’importante è uscire sani dalle gallerie. Sono passaggi obbligati se si vuole fare il giro del lago, ma di certo non sono piacevoli, e la tensione nervosa all’interno sale notevolmente, forse è il caso di abbandonare questo tragitto, sarà argomento delle prossime riunioni. Arriviamo così alla sosta programmata di Campione, e ai tanto amati panini imbottiti.

Che strano posto è Campione su una balza di roccia in riva al lago, con la montagna a strapiombo sopra la testa, dopo mezzogiorno non si vede più il sole, in pratica gli abitanti vivono metà della loro vita all’ombra, probabilmente sarà nato da queste parti il detto “ha un carattere ombroso”.

Dopo esserci ristorati, con il furgone in testa, ci “intalpiamo” nuovamente nelle gallerie, alla volta di Riva.

Inizia a montare il Lora, il vento tanto amato dai surfisti, ed altrettanto odiato dai ciclisti, che da mezzogiorno in poi, inizia a soffiare in direzione nord, quando passata Riva inizieremo a scendere verso la sponda veronese ci sarà da spingere, ed, in effetti, dopo esserci riordinati, a Torbole iniziamo l’ultima parte del tour, pedalando contro un forte e fresco vento, che ci frena letteralmente ogni volta che s’incanala fortissimo all’imbocco delle brevi gallerie in prossimità di Tempesta, un nome, una garanzia,bravissimi coloro che in queste condizioni si assumono l’onere di tirare il gruppo, ma la fatica, il chilometraggio e alcuni incidenti meccanici, frantumano inesorabilmente il gruppo, qualcuno si arrabbia, ma è difficile trovare un’andatura che soddisfa tutti e quasi impossibile accorgersi di perdere qualcuno per strada, se non si viene avvisati.

In ogni modo arriviamo tutti a destinazione a Bardolino chi prima, chi alcuni minuti dopo, arriva dopo circa mezzora anche l’ultimo. Abbiamo finito il giro tutti quanti, anche chi sapendo di non riuscire a finire ha preferito salire sul furgone per non “cuocersi” e per non rallentare il gruppo. Gli ottimi e preziosi accompagnatori hanno allestito una tavolata per offrire dei gustosi panini annaffiati da delle fresche birre, iniziano gli sfottò di rito, ci siamo divertiti è stata una bellissima giornata in bicicletta, nessuno è caduto, è andato tutto ok, grazie a tutti, grazie al Presidente ed al Cassiere anime pie sempre disponibili per assicurare il divertimento.

Luca Ferrarini