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Gruppo Sportivo Tebaldi
 

Verona – Groppo; duecento emozioni

Sabato 8 Settembre 2007

E’ il giorno tanto atteso da tutti, la gita annuale “al Groppo”. Per un intero anno la squadra si è data sportivamente battaglia per la conquista del Trofeo “Maori”, meritatamente vinto da Gianluca, che con encomiabile impegno ha totalizzato un buonissimo punteggio, a testimonianza di un’impresa sportiva di buon livello.
Questo anno le uscite del Sabato sono state abbastanza impegnative, e molte volte alla Domenica la stanchezza ha fatto vaccillare i buoni propositi di molti di noi, che comunque, stoicamente, si facevano trovare puntuali alla Diga.
Va dato a Cesare (Bighi) quel che è di Cesare.... Bravo Complimenti sinceri.
Torniamo alla “Classica del Groppo”, la partenza giustamente anticipata alle 7, ci ha visto muovere le nostre gambe immersi in un’aria frizzante che ci ha indotto da subito ad impostare un’andatura vivace nel tentativo di aumentare la temperatura corporea, il gruppo numeroso, con molti alla prima esperienza, contava, purtroppo anche numerose assenze che avrebbero di certo reso ancora più ricca questa bellissima gita.
Impeccabile come ormai da consuetudine, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo, l’organizzazione ed il supporto dei preziosissimi accompagnatori, che danno la sensazione palpabile di divertirsi più dei ciclisti, sempre sorridenti e pronti a dare supporto agli atleti. La campagna della bassa veronese, con l’accenno di bruma dell’imminente autunno, ci accompagna per i primi chilometri, le strade sono quasi deserte, l’asfalto liscio favorisce la pedalata, in gruppo si scambiano opinioni ed il morale è alto, forse qualche preoccupazione dei novizi tradisce un leggero nervosismo per l’incognita che li attende.
Ad intervalli regolari raggiungiamo i furgoni dell’assistenza che ci precedono, per poi essere nuovamente ripresi e sorpassati, ci si sente veramente seguiti ed assistiti come dei professionisti.
Mantova ci accoglie come sempre, con i suoi colori meravigliosi che si riflettono sulle acque del Mincio, ogni anno, quando transitiamo sul ponte, penso a come doveva apparire, nell’antichità ad un contadino che arrivava alle porte della città dopo un giorno intero di cammino, costruzioni in muratura che sfidano il cielo, muraglioni invalicabili e porte d’accesso ciclopiche, chissà con quale timore si avvicinava per vendere i prodotti della sua fatica.
Noi giriamo attorno alle antiche mura e ci portiamo velocemente sulla provinciale per Parma, la strada inizia ad essere trafficata e bisogna prestare attenzione, ci alterniamo in testa al gruppo e così facendo la velocità media si attesta intorno ai 32 km/h consentendo a chi sta in coda di viaggiare riparati dall’aria e di risparmiare preziose energie da utilizzare nel corso della giornata.
In prossimità di Sabbioneta, quando mancano pochi chilometri alla prima sosta-ristoro scorgiamo all’orizzonte la sagoma di un ciclista in tenuta completamente rosa, la distanza che ci separa diminuisce rapidamente e riconosciamo la pedalata di Beppe Bosio, che con grande senso scenico ci ha sorpreso per la scelta della divisa e per essersi avvantaggiato partendo da solo di buon ora (oppure era nascosto in qualche vettura?), grande, bella sorpresa in tutti i sensi.
Alle porte della città di Vespasiano Gonzaga, come consuetudine ci fermiamo per uno spuntino, che dopo la levataccia del mattino è anche molto gradito, un caffè al bar, che gentilmente ci ha concesso l’uso di panca e tavoli, e siamo pronti per ripartire alla volta di Parma, che raggiungiamo abbastanza agevolmente, nonostante qualche lamentela, che puntualmente arriva ogni anno, per la velocità di crociera non gradita, ma siamo in tanti ed è impossibile accontentare tutti e qualche incomprensione fa pur parte del gioco.
Quest’anno attraversiamo il centro città, così per divagare, per vedere un percorso diverso...... fa molto più “figo” di ammettere di aver sbagliato strada. Siamo a metà percorso esatto ed alla rotonda che porta in direzione La Spezia il gruppo è compatto e scortato dal furgone del presidente.
In prossimità di Fornovo, a circa dieci chilometri dall’inizio della salita che porta alla Cisa, chi ha deciso di compiere solamente metà tragitto scende dal furgone ed inforca la bici ed attende pedalando in scioltezza l’arrivo dei compagni d’avventura. Alla località La Salita, seconda sosta, prima dell’ascesa e della parte più bella ed impegnativa del percorso, la temperatura è ottima, nonostante siano quasi le 13. Ognuno sale con il suo passo, la salita è lunga ed impegnativa nella prima parte e comunque merita rispetto, affrontarla con troppa baldanza può tradire anche il più allenato, sopratutto se imboccata con più di cento chilometri nelle gambe. Salire regolari è la regola, e così facendo si ammira anche il panorama appenninico, così diverso dalle nostre montagne, solamente in tre si fanno conquistare dal gusto della sfida e velocemente si avvantaggiano sul resto dei concorrenti-gitanti che a piccoli gruppi o in solitaria salgono sotto il sole.
Per molti si tratta di fatica vera, ma non molla nessuno, è la gita sociale per eccellenza e la soddisfazione di portarla a termine riesce a tirare fuori le migliori energie.
In cima al passo, Gaetano ci accoglie per una graditissima rimpatriata, a testimonianza che prima di tutto ci piace stare assieme, uniti dalla passione comune per la bicicletta, che è pretesto per condividere pensieri emozioni e fatica.
Per tutti, in cima, a 1041 m.s.l.m. applausi meritati, ed al Beppo un poco elegante coro di benvenuto, ma cantato con affetto e goliardia.
Graditissime le mele caricate sul furgone, succose, fresche, reidratano meglio degli integratori, al punto che qualcuno prende nota dell’indirizzo dell’azienda agricola produttrice per poter al ritorno farne scorta.
La classica foto di rito sotto il cartello indicante il passo, ci riporta a cavallo delle nostre specialissime, e pronti ad affrontare la veloce discesa verso Pontremoli, nell’alta Lunigiana, che nel 1331 venne venduta da Giovanni I di Boemia a Mastino II della Scala signore di Verona, quindi da queste parti sono abituati a vedere passare i colori gialloblù scaligeri da circa 700 anni.
Il 10 maggio 2004 qui si concluse la seconda tappa del Giro d’Italia con la vittoria di Damiano Cunego.
Arrivati in prossimità della cittadina ci compattiamo per affrontare assieme l’ultima parte del tragitto che ci porta a Bagnone e da lì alla rampa per Groppo, dove passato il ponticello sull’omonimo torrente inizia la vera e propria gara agonistica sociale, Preato V.P. Roberto dà il via alle ostilità con il primo scatto in prossimità del primo tornante destrorso, avendogli promesso di seguirlo per raccontarne le gesta ho dovuto di conseguenza aumentare il ritmo per ammirarne l’estrema eleganza del gesto atletico, l’enorme potenza sprigionarsi dai polpacci d’acciaio e lo spirito indomito da fulgido cavaliere scaligero, avvezzo a mille sfide e battaglie, ma tutto questo è durato lo spazio che separa il primo dal secondo tornante, poi come per incanto me lo sono trovato al fianco e lentamente me lo sono visto scivolare indietro lanciando un ultimo disperato appello..... LE PUNTINE LE BUTTO ADESSO?.
Buttale, buttale!
Per doveri di cronaca, mi ritrovo solo davanti, che faccio? Ogni tornante è sempre più ripido, ma non mi segue nessuno, forse pensano che scherzo, anzi lo sto pensando anch’io, ma al terzo tornante mi giro e non ho nessuno dietro, che cosa succede? Non mi è mai capitato!!.
Continuo, il cuore mi sale in gola i battiti vanno abbondantemente oltre la soglia, mi giro e vedo Nicola che mi sta raggiungendo, stiamo tornando alla realtà, mi sembrava strano! Mah!! Guardo meglio e oltre a lui non c’è nessuno altro. Prova a vedere che sto veramente andando su forte?
Mi affianca, non è fresco, io in compenso sono divelto dalla fatica, i battiti sono saliti ancora ma ho deciso di non mollare fino all’arrivo.
Saliamo assieme, tanto lui sa che mi può lasciare sui pedali quando vuole ed infatti, alla penultima rampa quando alla nostra destra s’intravede lo striscione dell’arrivo, da in fondo appare minacciosa ed in rimonta la sagoma di Guido, Nicola mi saluta e alzandosi sui pedali si avvia verso la vittoria.
Devo mantenere la posizione mancano ancora poche centinaia di metri e Guido si avvicina, raschio il fondo del barile e trovo inaspettatamente qualche energia che mi consente di mantenere il distacco e di tagliare al secondo posto il traguardo.
Sento il viso in fiamme, faccio un paio di giri del piazzale dell’arrivo per vedere di abbassare il battito e ritorno verso la linea del traguardo per incitare gli arrivi dei compagni di squadra che a brevi intervalli giungono sul traguardo, la soddisfazione è grande per tutti.
Dopo ben nove edizioni, Nadia è la prima donna a percorrere l’intero tragitto, aiutata da un cambio ruota provvidenziale del presidente che cavallerescamente sostituisce la ruota forata di Nadia con la sua in ottimo stato. Grande Simone, fare la salita con la ruota a terra è un’impresa in odore di santità...!!!
Ognuno di noi merita l’applauso dei villeggianti del Groppo e il sempre gradito rinfresco di fine corsa che ogni anno gentilmente ci offrono.
Alla cena, i racconti delle varie esperienze provate fissano nella nostra memoria le emozioni di una bellissima giornata di sport, che cementa l’unione del gruppo, si ipotizzano anche classifiche stilate in base a coefficenti di penalizzazione per rendere più incerto l’esito finale della corsa, forse una classifica a punti, da sommare ai punti Maori renderebbe più avvincente l’esito finale. Bellissima la premiazione con l’inedita maglia rosa in regalo al primo classificato. Poi per chi ne aveva ancora tradizionale trasferta in pulmino al bar di Bagnone.
La mattina dopo lauta colazione, abbiamo avuto la fortuna di ricevere direttamente da Simone XVI° la benedizione per il viaggio di ritorno, un numero degno del miglior Zelig, fantastica l’asta del microfono!
Viaggiare in bicicletta, al giorno d’oggi, dove tutto è veloce, on-line, in diretta, equivale a guardare il mondo alla rovescia, un pò come avviene per i matti.

Luca Ferrarini